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Molti pozzi e cavità con sviluppo verticale venivano chiamate "Ingurtidrojus", ovvero inghiottitoi, perché durante le piogge consentivano la penetrazione dell'acqua. Evidentemente la fantasia popolare ha tessuto le sue leggende facendo figurare pozzi, fontane, e nel caso del colle S. Elia anche gli imbocchi delle cisterne, non solo come inghiottitoi d'acqua ma di animali e persone. Un'ingurtidroju è situato all'Anfiteatro Romano di Cagliari, e il suo imbocco è ancora visibile in quanto situato nella gradinata sottostante viale Sant' Ignazio, posta di fronte all'Ospedale Civile. Citato nel 1856 nei libri dello scrittore Vittorio Angius, si tratta di un pozzo profondo una decina di metri, probabilmente scavato in periodo romano per favorire l'areazione di un cunicolo sottostante, al contrario di quanto affermano alcune leggende che l'hanno creduto un'opera di Belzebù creata nel terreno per consentire la caduta di prede: povere vittime dei suoi pasti infernali!