I diavoli

Di lui si sa che è astuto, dispettoso, bugiardo. Che si nasconde nelle gole e nei dirupi, che può evocare terribili sventure. Però mai, assolutamente mai, pronunciare il suo nome. Ne possiede almeno uno per ogni paese della Sardegna, e sono tutti nomi sinistri. Ma se proprio si deve parlare di lui, allora meglio le perifrasi o gli appellativi generici: 'foras de nos', via da noi, 'paris suos', suo pari, 'su putincu', il fetente, 'S'ora mala', la cattiva ora. Il rischio, altrimenti, è invocarlo inavvertitamente, e Dio solo sa che cosa potrebbe accadere.Il diavolo, tra le figure della cultura cristiana, è quello che ha maggiormente stimolato l'immaginazione popolare. E non solo in Sardegna, dov'è il protagonista indiscusso di numerose leggende.
Inaffidabile e beffardo, può apparire sotto le sembianze di un animale, di un bambino indifeso o di un signore elegante. In alcuni casi è riconoscibile dai piedi di asino o caprone.
Nell'isola, secondo le credenze popolari, sono molti i luoghi che i diavoli hanno eletto a propria dimora terrena. In genere si tratta di zone selvagge o irte di pericoli, voragini o alture inaccessibili. Sulla cima di Monte Arqueri, nei pressi di Ussassai, si apre una profonda voragine considerata una delle bocche dell'inferno. Qui abita una combriccola di diavoli, con a capo un essere mostruoso chiamato Olla. Nella gola di Gorroppu, nei monti tra Dorgali e Baunei, vive, secondo la voce popolare, un diavolo burlone. Si chiama Drullio, e si diverte a giocare scherzi a chi si avventura fin lì. Una leggenda sostiene che addirittura un intero paese della Barbagia sia stato, nella notte dei tempi, la dimora di una congrega di diavoli cacciati dall'Inferno in seguito a una rivolta
Fondato da uno dei demoni più temuti, 'S'ora mala', Orune è poi diventato un rifugio di pastori. Ancora oggi, si mormora, subisce la nefasta influenza del diavolo. Specialmente quando soffia 'il vento dei tre giorni', su bentu de tres dies, allora 'S'ora mala' si aggira nella zona, pronto a mietere le sue vittime.