I santi

Religiosi fino alla bigotteria, i sardi tributano ai propri santi una devozione appassionata e gelosa. I Santi del popolo sardo sono numerosi, a giudicare dalle sagre e dalle feste religiose. Spesso sono protagonisti di storie leggendarie che gli attribuiscono imprese eroiche. E i loro simulacri raccontano di misteriosi ritrovamenti. A fare incetta di preghiere, onori ed ex-voto sono i martiri Efisio, Lussorio e Gavino, coloro che nell'isola riscuotono la maggiore venerazione. I miracoli di Sant'Efisio, che fu legionario romano ed è patrono della Sardegna, non si contano. A cominciare dal suo intervento del 1652, quando nell'isola scoppiò una delle pestilenze più gravi: a far cessare la morìa fu proprio il santo guerriero. Un secolo più tardi, nel 1793, fu ancora lui ad impedire la conquista di Cagliari da parte dei francesi. Eroe e santo, sia pure non riconosciuto tale dalla Chiesa romana, è per i sardi cristiani, Costantino imperatore. Ebbe il merito di liberare, ovviamente in maniera miracolosa, un sardo tratto in schiavitù a Costantinopoli. L'impresa gli è valsa l'eterna riconoscenza degli isolani, e una spericolata corsa a cavallo nel mese di luglio, l'Ardia di Sedilo.
Meno noto ma altrettanto amato è San Giorgio, vescovo sardo vissuto nell'antichità. E' citato in molti racconti popolari, nei quali sconfigge esseri mostruosi. Ma con tutta probabilità il vescovo di Suelli è scambiato con il martire Giorgio di Lidda. All'elenco bisogna aggiungere San Francesco, Santa Barbara e Santa Greca, Santa Vitalia e San Gemiliano, Sant'Antioco e i Santi Cosma e Damiano, San Basilio, Sant'Elena e molti altri. Di Sant'Antonio, poi, si crede che donò il fuoco ai sardi. Protagonista di un vasto ciclo di racconti è Santu Predu (San Pietro), il meno santo, e molto umano, tra gli apostoli di Gesù. Di lui si dice che percorra a cavallo le campagne per benedire le colture alla vigilia della sua festa, il 24 aprile. Una venerazione particolare omaggia la Vergine, cui si attribuiscono un'infinità di nomi. E, in tanti casi, i simulacri di ogni Madonna sono oggetto di leggendari ritrovamenti. L'immagine di Nostra Signora di Bonaria è stata rinvenuta nel 1370 ai piedi dell'omonimo colle, mentre Santa Maria de Sauccu fu ritrovata dentro un sambuco nei dintorni di Bortigali. Ancora, la 'Madonna dello schiavo' apparve all'improvviso a uno schiavo carlofortino a Tunisi, fra i rami di un dattero e di un limone. Quella di Valverde, cui è dedicato il santuario algherese, scappava via durante la notte dalla sua nicchia in cattedrale, facendosi ritrovare al mattino lungo la strada per la collina di Valverde, ogni giorno più vicina alla cima.